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S.S. Trinità

L’ icona raffigura la Trinità attraverso l’episodio dei tre pellegrini che fecero visita ad Abramo e furono da lui ospitati presso il querceto di Mambre, secondo una tipologia antichissima, in uso già dal IV secolo e resa universalmente famosa da Andrej Rublev, con la sua icona della Trinità, “icona delle icone” (come sarebbe stata definita nel XVI secolo dal Concilio dei Cento Capitoli). È proprio a Rublev che si rifà l’icona in esame: i tre angeli, raccolti a colloquio attorno alla mensa, con le loro figure descrivono un cerchio, simbolo della comunione e dell’unità delle tre Persone. Alle vivande sono sostituiti i simboli eucaristici delle prosfore e del calice contenente una testa d’agnello (simbolo dell’agnello immolato), che costituisce il centro del cerchio ideale tracciato dalle figure angeliche: il vertce della comunione divina è quindi l’amore all’uomo, l’Eterno Consiglio dell’Incarnazione. Un altro elemento rilevante nella composizione è la prospettiva “rovesciata”, in cui cioè non esiste punto di fuga, ma la composizione si spalanca verso lo spettatore: non è l’uomo a contemplare Dio ma Dio a contemplare l’uomo, ad attirarlo, dalla precarietà della dimensione temporale, nella dimensione dell’eternità.

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